Capita spesso che ci siano bambini e bambine che faticano a dormire da soli nella loro cameretta.
Spesso sono situazioni transitorie, ma accade anche che queste diventino delle vere e proprie difficoltà.
Sovente i bambini hanno bisogno di addormentarsi con la mamma, oppure di voler dormire nel lettone di mamma e papà.
Quella che potrebbe essere una situazione di coccola e di tenerezza può diventare un vero e proprio problema quando uno dei due genitori è costretto a dormire sul divano, o nella cameretta del proprio figlioletto.
Nella coppia questo può generare delle forti tensioni ed anche incomprensioni; sovente il papà tende ad accusare la mamma di eccessivo accudimento, mentre la mamma si difende dicendo che è insensibile verso i figli.
Comunque stiano le cose, il bambino che non riesce a dormire da solo, genera spesso un conflitto tra i genitori; è il segnale che c’è qualcosa che non va.
Come aiutare dunque i propri bambini a dormire da soli?
Innanzi tutto è necessario differenziare i bambini che assolutamente non vogliono addormentarsi senza la presenza dei genitori, dalle situazioni in cui il bambino può avere dei frequenti risvegli notturni che poi comportano che la mamma o il papà debbano aiutare il bambino a riprendere sonno.
In entrambi i casi è necessario chiedersi “di cosa ha paura nostro figlio?”.
Questa domanda è cruciale; sia che il bambino non voglia addormentarsi da solo, sia che non riesca più ad addormentarsi da solo, dietro “c’è sempre una paura”.
E’ bene che i genitori innanzi tutto parlino tra di loro di questa problematica e cerchino di “farsi una loro idea”; ovvero secondo loro quale può essere la paura che non permette al loro bambino di prendere sonno nella sua cameretta?
Una volta affrontato questo discorso, si può scegliere chi tra di loro “si senta sicuro” nel parlarne con il bambino.
Non c’è nulla di eccezionale da fare, ma semplicemente condividere con il bambino che i genitori sanno che possa avere qualche paura che non gli permetta di addormentarsi.
Parlare con i bambini non deve essere “un interrogatorio” e non deve essere un “devi fare così!”.
Significa capire attraverso le parole di vostro figlio che cosa non gli permette di staccarsi da voi per dormire!
E’ molto importante che i genitori parlino tra di loro; per capire se c’è qualcosa nella vita famigliare o sociale che “può influire” ed interferire con le sicurezze del bambino.
Va ricordato che dietro a grandi paure, ci sono grandi insicurezze; il non addormentarsi da solo significa supplire a queste insicurezze, significa a non fare da solo.
Come i bambini imparano a camminare da soli, a mangiare da soli, imparano anche a dormire da soli; questo fa parte del normale sviluppo psico-fisiologico del bambino.
Conclusioni:
I bambini che non vogliono assolutamente dormire da soli, spesso sono i bambini più problematici; per loro deve essere compreso che risulta “impossibile” separarsi e staccarsi da mamma o papà. In questo senso, come si fa con il ciuccio, o come si fa con il pannolone, è necessario trovare un mediatore; un ponte tra lo stare con mamma e papà e l’accettare di non starci più.
Il mediatore che può essere il leggere delle favole, il fare ascoltare della musica rilassante, il tenere la mano fino a quando non si è addormentato, non è importante in sé, ma deve essere inteso che il mediatore non può essere una tecnica.
Non ci può essere nessuna tecnica che sostituisca la necessità di “comprensione” di mamma e papà.
Per questo ritengo che la chiave della soluzione del problema risieda nel dialogo tra i genitori e dei genitori con il bambino; il come fare “può emergere” solo attraverso lo scambio reciproco. Queste considerazioni sono valide anche per i risvegli notturni; spesso situazioni meno problematiche perché il bambino ha già imparato ad addormentarsi da solo!
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